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 Bab Al-Yemen Tourist Agency - Old City of Sana'a - Yemen Riduci

Bab Al-Yemen Tourist Agency

- Old City of Sana'a -

Viaggi nel cuore dell’Arabia

Bab Al-Yemen (“la porta dello Yemen”) è la porta monumentale alla città vecchia di Sana’a e il suo stesso simbolo.  
 
Siamo una piccola agenzia che organizza grandi viaggi alla scoperta di questo meraviglioso, magico e ospitale paese.
 
Succederà a te, come è successo a me, che qualcuno ti dirà:
- E dove vai di bello?
- Pensavo di andare in Yemen…
- In Yemen?! Ma sei pazzo?
 
È da pazzi, se mai, non venire in Yemen.
 
Se per te viaggiare è qualcosa in più di una semplice vacanza, se sai cosa vuol dire saper lasciare a casa i preconcetti, se vuoi aprire la mente e guardare i modi di un mondo antico con occhi nuovi, allora forse non sei  pazzo davvero.
 
Forse sei solo curioso: se ti poni domande e ti piace il gusto di scoprire una destinazione diversa dalle masse, allora lo Yemen fa per te.
 
Paesaggi naturali e umani unici e atavici, architetture ardite e funzionali,  spunti di riflessione, gente povera ma ricca di valori semplici e profondi, fiera, gentile e ospitale.
 
Cogli l’occasione di un’opportunità unica e di un privilegio raro.  Vieni in Yemen con noi:  il viaggio di una vita può costare meno di quel che pensi.
 
In gruppo, in coppia o da soli: itinerari su misura, auto con autista personale, guida, alberghi, ristoranti, trasferimenti, pratiche burocratiche; pensiamo a tutto noi.
 
A te, solo il bello del viaggio.

Ti aspettiamo a Sana'a. 

Jane & Hussein

- La tua sicurezza è la nostra massima priorità. Integriamo la nostra conoscenza del territorio con le informazioni forniteci dalla polizia turistica yemenita per minimizzare ogni rischio e fare tutto il possibile per garantirti un viaggio indimenticabile e senza problemi. -


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 Chi siamo Riduci

Jane Marinoni

         

Hussen H. Al-Hajj

 
Mi chiamo Jane Marinoni e sono nata a Londra nel 1964. Mi trasferii a Torino con la mia famiglia alla metà degli anni settanta, andando a vivere a Brandizzo, un piccolo centro della seconda cintura di Torino. Talvolta penso che sia stato proprio questo spostamento dalla grande metropoli ad una realtà che non era più un paese, ma che non è mai divenuta una città ad aver determinato una certa inquietudine interiore che mi ha sempre spronato a cercare altro.
Mi sono innamorata di Sana’a non appena l’ho vista e ho provato una sensazione mai provata prima: avevo trovato la mia quiete e la mia soddisfazione. Avevo trovato l’approdo sereno dopo anni di inquietudine.
Venni la prima volta alla fine del 2003 con un gruppo di Avventure nel Mondo. L’ultima sera, poche ore prima di avviarci all’aeroporto, eravamo sulla terrazza sul tetto dell’albergo nella città vecchia. Il sole era appena calato sotto il profilo delle montagne a ovest e si stavano accendendo le prime luci nelle case dietro le finestre multicolori quando da tutte le moschee partì l’invito alla preghiera del tramonto. Sembrava che si rispondessero in una sorta di magico controcanto, le stesse parole, ma con intonazione diversa, un’incantevole melodia salmodiata. Chissà se risentirò mai l’adhan della sera, pensai.
Tornai alla mia vita di sempre. E poi capii: con un PC e un collegamento internet il mio lavoro di traduttrice freelance mi permetteva di lavorare da qualsiasi luogo nel mondo. Dopo tanti anni di tentennamenti, avevo trovato finalmente il coraggio di sfruttare questo vantaggio. E sono tornata a Sana’a. 
Ora, ogni sera, qui dalla mia casa nella città vecchia di Sana’a, quando sento l’adhan del tramonto e arrivano i primi graditi soffi di aria fresca penso quanto è cambiata la mia vita da quella sera prima di andare all’aeroporto.
E’ cambiato tutto. Ho sposato Hussein, ho comparato una casa nella città vecchia dove viviamo con i suoi dodici figli, formando una chiassosa, animata famiglia allargata, ho cercato nel mio cuore una dimensione spirituale a cui prima non ho dato ascolto, ho tentato di imparare l’arabo (ovviamente, i ragazzi hanno imparato l’italiano - la lingua con cui parliamo Hussein ed io - molto più  rapidamente). 
Per la mia attività di traduttrice freelance www.marinonitraduzioni.com.
Parlo inglese, italiano e un po’ di arabo.
 
Hussein Hamud Mohammed Al-Hajj Al-Naa’mi e’ nato a Beit Naa’am, nella zona di Beni Madhar, ad appena 25 chilometri di strada dalla capitale Sana’a, ma secoli indietro nel tempo. Dalla mia finestra vedo le montagne del suo paese: e’ da lì che arrivano le nuvole cariche di pioggia (il cui nome “madhar” significa appunto pioggia) e da lì, oltre alla pioggia, arriva anche una varietà di pietra calcarea giallina usata per la costruzioni di case.
Quando era ancora ragazzo imparò a guidare il camion per trasportare pietre dalla cava al mercato in città: era ancora minorenne e non avrebbe potuto, ma allora i controlli erano blandi. Compiuti 18 anni prese la patente numero 326 - evidentemente non erano molti ad avere la patente nello Yemen (allora Yemen Arab Republic, ovvero Yemen del Nord) nel 1979, ed erano praticamente tutti camionisti.
Hussein, diversamente della atteggiamento mentale diffuso nel suo villaggio, è uno spirito intraprendente e decise di investire i propri risparmi per comprare una Toyota Land Cruiser e lavorare come autista per turisti.
Fu dopo oltre 10 anni che ci incontrammo, durante il mio primo viaggio in Yemen. Sarà stupido, ma la Toyota Land Cruiser è ancora quella, modello 1982, insuperabile e indistruttibile bestia da soma, adatta a tutti i percorsi, e dopo tantissimi chilometri su asfalto e sullo sterrato, sulle pietre dei wadi e sulla sabbia del deserto, ne siamo affezionatissimi. 
Hussein parla l’arabo, l’italiano e poco inglese di base.

 


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